Oggi, 6 novembre 2024, viene eletto per la seconda volta Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Quali considerazioni possiamo fare su questa vittoria? Iniziamo col leggere quanto diceva ieri Marco Travaglio a Lilli Gruber, a Otto e Mezzo:
Se fossi negli Usa, non andrei a votare. Donald Trump è un delinquente, un bugiardo, ha sulla coscienza i cinque morti dell’assalto a Capitol Hill. Kamala Harris è una bugiarda come lui e pure ipocrita, il che è un’aggravante. E ha sulla coscienza alcune migliaia di morti perché ha fomentato, anziché spegnere, l’escalation in Ucraina e perché ha fornito insieme a Biden le armi a Israele per massacrare migliaia di palestinesi, di libanesi e di abitanti dei paesi circostanti.
Trump era stato condannato per frode elettorale e falsificazione di documenti aziendali nel processo legato alla vicenda Stormy Daniels, ed è per questo che Travaglio gli dà del delinquente. Per quanto riguarda le sue responsabilità sul caso Capitol Hill, c’è un processo in atto che sta facendo chiarezza sul suo coinvolgimento penale, ma mi sembra intanto si possa dire che Trump in quella occasione fu molto astuto e accondiscendente, ed è quindi possibile che abbia sulla coscienza quei morti da un punto di vista morale.
Non saprei dire però se sarebbe stato giusto astenersi da un voto di questa portata, nonostante queste considerazioni di Travaglio. Sentiamo cosa dice Giulio Tremonti a Marcello Foa oggi su Rai Radio 1:
🇺🇸 #elezioniUsa “La dimensione politica e ideologica della #globalizzazione è finita. Il voto di questa notte indica la fine di quella fase. È un passaggio, è la cosa giusta fatta nel tempo sbagliato.”
📹Ascolta @Giulio_Tremonti a #GiùLaMaschera con @MarcelloFoa e @gandolag pic.twitter.com/JhCUUSUMwD— Rai Radio1 (@Radio1Rai) November 6, 2024
Secondo Tremonti (!) la dimensione ideologica e politica della globalizzazione è finita con questo voto. In pratica finisce un’ideologia che ha visto, dagli anni novanta ad oggi, una certa sinistra liberal allearsi col mercato globalizzato e finanziarizzato. Quello stesso intellettualismo che oggi grida “Trump una minaccia per America, Europa e Nato” “Con Trump rivince la paura e tramonta la democrazia”.
Costanzo Preve diceva che questa è l’unica epoca in cui gli intellettuali sono più cretini della gente comune. Io invece direi che è l’unica epoca in cui sono arrabbiati con la gente comune. Ma al di là della mia personale antipatia per molto del pensiero dem-liberale, a quanto ne so il movimento nazional popolare di Trump ha sempre perseguito una politica estera di stampo pacifista. E, considerando il peso degli Stati Uniti nelle attuali guerre, io credo che questa vittoria sia un passo importante verso la pace.
Insomma, non ho tutti gli elementi per dire se dovrei essere contento del risultato, se fossi un cittadino americano. Per dirlo bisognerebbe affrontare anche argomenti come le tante molestie sessuali che vengono imputate a Trump, o il ruolo del suo grande amico, Elon Musk, che vuole terraformare marte e lancia razzi di su e di giù.
Penso però che questo voto abbia avuto una grande importanza, sia dal punto di vista ideologico, come dice Tremonti, sia dal punto di vista del futuro ristabilimento della pace in occidente e in medio-oriente. Come cittadino italiano ed europeo sono sollevato dal risultato delle elezioni americane, dunque, senza voler dire con questo che mi fido dell’uomo politico. Invece di sparare razzi per festeggiare (o per lanciare l’allarme), rimango a guardare con i piedi per terra.